«L’uomo più cattivo del pianeta» alla Juventus. Questa mattina sui social della società bianconera è spuntata la foto, con tanto di divisa personalizzata, di un giocatore speciale: Mike Tyson. L’ex pugile campione del mondo mostra i muscoli e indossa il bianconero con fierezza. Sulla schiena c’è il numero 1, nella didascalia scelta dalla Juve tutta l’ironia di Iron Mike pronto a scendere in campo: «L’allenamento della Juve diventerà molto più duro». Sotto, sempre la società aggiunge: «Chi marca Mike durante l’allenamento?». La domanda scatena tanti tifosi e anche un ex giocatore come Patrice Evra, che lancia la sfida: «Ci pensiamo io e Chiellini!».
È soltanto l’ultima tappa social di una Torino che in questi giorni ha seguito – e condiviso online – l’ex campione del mondo di boxe mentre si divideva tra l’hotel Principi di Piemonte, i ristoranti cittadini come Casa Fiore e Giovanni e i neonati studi virtuali della Prodea in zona Mirafiori Sud, dove era impegnato per le riprese del film «Bunny-Man». Torino gli ha regalato sorrisi, selfie e applausi, lui in conferenza stampa ha ammesso di pensare di regalarsi «una villa qui in Italia»: la location è tutta da scoprire, ma i rumors a oggi non escludono che la scelta possa ricadere sulle Langhe. Non lontano dallo stadio della Juventus: la maglia per presentarsi in tribuna a tifare è già pronta.
Ma Tyson tifa Juve? Chissà che non sia nata una nuova passione. Certo è che lui si è sempre detto «non un grande appassionato dello sport giocato». L’unico accenno al tifo per una squadra di calcio spunta nel 2013, quando l’allora presidente del Wolverhampton (squadra di Premier League, in Inghilterra) paragonò le sfortune del club a quelle della carriera di Tyson. All’epoca Iron Mike promise, non senza stizza: «Allora inizio a tifare per i Wolves». Ma quella verso le maglie da calcio, per l’icona pop statunitense, è una passione che ha radici lontane. E le foto non mancano: da quella dell’Argentina regalata da Maradona durante un’intervista in tv – che poi indossò per recarsi in un tribunale in Brasile – a quella del Benfica, ancora adolescente, regalatagli da un ragazzo americano «con cui mi allenavo, figlio di immigrati portoghesi». L’ultima della lunga collezione è bianconera: solo l’ennesimo ricordo di una Torino che lo ha abbracciato da domenica, quando è atterrato a Caselle, a oggi.