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Salvatore Dama: la Schlein attacca il patto anti-migranti

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Salvatore Dama: la Schlein attacca il patto anti-migranti

Il Pd aveva una sola certezza. L’europeismo. Granitico e acritico. Capace di far piacere al Nazareno qualsiasi scelta politica arrivasse da Bruxelles. Ebbene, questa certezza va in pezzi in un sabato pomeriggio di marzo. Con Elly Schlein che, affannata nella infinita rincorsa dei soci del campo largo, maledice Ursula von der Leyen. Perché se la fa con Giorgia Meloni. E, peggio, con il «dittatore» egiziano. Sentite qua: «Trovo gravissimo che la presidente della Commissione Europea voli in Egitto insieme alla premier Meloni per promettere risorse al regime di Al Sisi in cambio del controllo e del blocco delle partenze: questo approccio che calpesta i diritti fondamentali non ha mai prodotto una soluzione. Ci battiamo per la solidarietà europea». L’odio piddino per Il Cairo ha una sola matrice: «Sappiamo quanto brucia ancora non aver ottenuto verità e giustizia per Regeni. È una battaglia che tutti, anche la Commissione europea, dovrebbero portare avanti anziché vederla dimenticata e vedere ancora i diritti umani venire dopo le ossessioni securitarie dei governi», conclude Schlein.

IL CASO REGENI

Intanto, anni di rottura delle relazioni diplomatiche, specie durante i governi targati dem, non hanno portato alla soluzione del caso Regeni. Dunque, chiudere i canali di comunicazione con l’Egitto è stata già provata, come strategia, e ha fallito. Ora il governo italiano ci prova con l’appeasement. E vedremo se funziona. Anche perché il Paese nordafricano si trova al centro di una serie di dossier internazionali di fondamentale importanza. E non lo si può ignorare o farlo invadere dai katanga dei centri sociali.

Oggi c’è un vertice fondamentale e, non a caso, l’ala governativa del Pd, quella che ha maneggiato responsabilità di governo, non fiata. Meloni e von der Leyen sono attese alla firma di una dichiarazione congiunta che porrà le basi per un partenariato strategico Ue-Egitto e un segmento bilaterale Italia-Egitto. Saranno concluse una serie di intese che, per Roma, si inseriscono nel Piano Mattei. Temi: istruzione e formazione, sanità, acqua e igiene, agricoltura, energia, infrastrutture.
Con Meloni e von der Leyen c’è mezza Europa: il presidente di turno del Consiglio Ue e primo ministro belga Alexander De Croo, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, il cancelliere austriaco Karl Nehammer e il primo ministro cipriota, Nikos Christodoulidis.

Ma non è solo questo: «L’Egitto rappresenta un partner fondamentale per la gestione delle crisi regionali (conflitto israelo-palestinese, Libia) e la stabilizzazione geopolitica dell’area mediterranea», rilevano fonti diplomatiche italiane. «È inoltre un interlocutore di primaria importanza su migrazioni, energia e partenariato economico». A seguito delle scoperte di gas dell’Eni, l’Egitto è divenuto nazione esportatrice, sta aumentando le forniture di gas all’Italia e sostiene l’utilizzo comune delle risorse di gas nel Mediterraneo orientale, anche attraverso la sua partecipazione all’East Mediterranean Gas Forum, di cui è membro fondatore come l’Italia. L’Egitto è fortemente impegnato nella produzione ed esportazione di energia rinnovabile: ha creato uno degli impianti fotovoltaici più grandi al mondo (Benban solar park) e sta investendo in impianti eolici in diverse parti del Paese e nell’avvio della produzione di ammoniaca e idrogeno verde. Gli egiziani poi sono parte attiva nei colloqui tra Israele e Hamas, che dovrebbero riprendere nelle prossime ore in Qatar. Il cessate il fuoco a Gaza, tanto auspicato dalla sinistra italiana, passa anche dalla capacità di mediazione del Cairo. Però i dem considerano Al Sisi un impresentabile.

 

 

 

PAESE DETERMINANTE

«La stabilità dell’Africa e la crescita del continente africano sono fondamentali», sottolinea il ministro degli Esteri Antonio Tajani, «fanno benissimo Meloni e von der Leyen ad andare in Egitto, finalmente l’Ue si è svegliata». Il governo italiano «sta cercando di affrontare la questione migrazioni che è una parte ma non è tutto della questione africana», aggiunge Tajani, «noi abbiamo il dovere di avere un dialogo forte con un continente che rappresenta una straordinaria opportunità economica per tutti quanti noi». La sinistra radicale si schiera con Schlein. E ci mancherebbe. «Meloni sta facendo tanti viaggi e, mentre viaggia per fermare gli sbarchi, i migranti muoiono nel Mediterraneo, che si trasforma sempre di più in un cimitero», attacca il portavoce dei Verdi Angelo Bonelli. Meloni, è la tesi di Nicola Fratoianni (Avs), «continua con politiche sbagliate facendo accordi con i dittatori».

 

 

 

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