MILANO. «Mi batterò perché dopo le europee si rispetti lo statuto del partito e si convochino i congressi. Ma fino al voto, nessuna distrazione». Anche Angelo Ciocca, eurodeputato della Lega e fedelissimo di Umberto Bossi, fa quadrato intorno al partito nel giorno in cui a Varese si festeggiano i 40 anni del Carroccio.
Salvini: “Bossi? Da 30 anni prendo i suoi insulti come consigli importanti”
Alla festa, organizzata in Piazza Podestà sotto la storica sede varesina, l’europarlamentare pavese – che l’anno scorso aveva dato vita al Comitato Nord per «riportare al centro le istanze dei nostri territori» – si scatta qualche selfie con i ministri Giancarlo Giorgetti e Roberto Calderoli, ma anche con il leader Matteo Salvini, con il quale in passato aveva avuto più di una frizione.
40 anni Lega, i militanti vanno a trovare Bossi a Gemonio e lui li fa entrare in casa. Castelli: “Salvini non è il benvenuto”
Ciocca, questa foto vuol dire che tra lei e il suo segretario le divergenze sono finite?
Tra me e lui non c’è mai stato alcun vero problema. Come con tutti i leader che abbiamo avuto, ho un ottimo rapporto. Questo non vuol dire che se ho una riflessione da fare non la faccio. Anzi, la esprimo nelle sedi opportune ma sempre con fine costruttivo e mai distruttivo per la Lega.
E in questo momento quale riflessione fa?
Che fino alle europee i cittadini non vanno distratti da quello che è un appuntamento importante. Credo che il voto sia importante perché questa Europa va rivoluzionata. Dopo aver votato a favore degli insetti sulle nostre tavole e contro le nostre auto, dopo aver visto un attacco alle nostre case e l’aumento dei tassi d’interesse sui mutui di undici volte, credo che questa Europa sia arrivata alla fine. E la Lega, adesso, non deve dare elementi di distrazione rispetto all’obiettivo europeo: e cioè evitare che Ursula Von der Leyen faccia il bis, come vuole qualche alleato.
Cosa pensa delle parole di Bossi su Salvini?
Umberto è una persona intelligente. Sa quello che dice. Ma ripeto, nessuna distrazione fino a giugno.
Insomma la resa dei conti solo dopo il voto. A proposito, che risultato di aspetta?
Credo che sarà stupefacente. E non lo dico per circostanza. La Lega in questi anni è stata l’unica a difendere la nostra agricoltura, il nostro made in Italy. E la gente vede quello che facciamo. La gente ci premierà perché si riconosce nelle nostre battaglie.
A prescindere dai risultati, cosa accadrà dopo le europee all’interno del partito?
Sarà il momento dell’applicazione dello statuto, che prevede fortunatamente dei momenti elettivi. Io mi batterò perché si vada a congresso, a partire da quello della Lega Lombarda e che quindi si metta alla guida un segretario eletto dai militanti che riporti la questione settentrionale al centro del partito. Anche perché la Lega è nata come sindacato del Nord e non deve perdere di vista le istanze dei suoi territori.
Un po’ l’obiettivo del suo Comitato Nord…
Quella è stata un’idea di Bossi che ho appoggiato. Il Comitato nasce come corrente nordista all’interno del partito che oggi, giustamente, è nazionale. Il suo compito è proprio quello di ricordare i temi del Nord. Bisogna che la Lega esporti il modello nordista e non che importi quello sudista.
Un richiamo implicito a Salvini?
Il segretario deve fare sintesi tra le varie anime e deve tenere conto che il Nord chiede di essere rappresentato. Non posso dire che adesso questo non avvenga, visto che l’autonomia che aspettiamo da anni sta marciando.
Ma potrebbe avvenire più velocemente con qualcun altro alla guida?
Potrebbe avvenire più velocemente anche se tutto non dovesse passare dalla palude romana. Il lavoro sull’autonomia che sta facendo il ministro Calderoli è da Nobel.