Cambio di alloggio all’ultimo momento e visita notturna al Colosseo. Sono questi i primi passi del presidente argentino Javier Milei a Roma, arrivato ieri a Fiumicino in una attesa visita, al centro della quale vi sarà lunedì l’incontro di “riconciliazione” con Papa Francesco, da lui attaccato in campagna elettorale come “persona nefasta”, seguito da gli incontri con la premier Giorgia Meloni e il presidente Sergio Mattarella. Arrivato in aereo da Israele, Milei e la sua delegazione, di cui fa anche parte la sorella Karina, segretaria generale della presidenza, si sono diretti subito all’ambasciata argentina di piazza dell’Esquilino, una residenza storica di tre piani con vista su Santa Maria Maggiore, dove 75 anni fa dormì Evita Peron. Vi doveva alloggiare anche Milei, per evitare sprechi di denaro pubblico, ma -rivela il quotidiano argentino La Nacion – alla fine gli alloggi della residenza “non sono piaciuti” al presidente che ha optato assieme alla sorella per l’hotel Intercontinental Ambasciatori di via Veneto. Gli altri si sono sistemati al Double Tree by Hilton Rome, accanto all’ambasciata. Della delegazione fanno parte i ministri degli Esteri Diana Mondino, dell’Interno, Guillermo Francos, del Capitale umano, Sandra Pettovello, e diversi imprenditori.
Ieri sera, Milei e la sorella hanno fatto una visita al Colosseo, come si apprende da una foto condivisa su Instagram che li mostra di spalle mentre si affacciano sull’interno dell’anfiteatro Flavio. Finora non vi sono indicazioni su cosa intenda fare oggi Milei, la cui agenda prevede una giornata di riposo. Domani mattina alle 9.30 parteciperà a San Pietro alla cerimonia di canonizzazione di Maria José de Paz y Figueroa, nota come Mama Antula, prima santa argentina. Ma per il resto della giornata non sono previsti impegni. Cosà farà Milei? Ci sarà una conferenza stampa dopo l’atteso incontro con il Papa?, si chiede la Nacion, sottolineando la difficoltà di seguire l’imprevedibile presidente “con la motosega” che non ha con sé un addetto stampa. Intanto non tutti gli argentini di Roma sono contenti della visita di Milei, outsider populista e liberista di estrema destra. Il gruppo “Argentinos en Italia Por la Memoria la Verdad y la Justicia”, ha diffuso una lettera aperta agli italiani e Papa Francesco in cui si manifesta preoccupazione per il “momento di emergenza democratica” che vive l’Argentina dopo l’avvento di Milei. Una manifestazione di protesta è stata convocata per domani mattina alle 9.30 a piazza Risorgimento, con l’invito a portare bandiere italiane, argentine e dell’Ue.
Intanto la dura sconfitta alla Camera della legge omnibus del governo argentino di Milei potrebbe provocare un ulteriore rimpasto dell’esecutivo e delle alleanze parlamentari a soli due mesi dall’insediamento. Se nella formazione iniziale dell’esecutivo il presidente ultraliberista aveva privilegiato infatti la scelta di includere esponenti dell’opposizione cosiddetta ‘dialoghista’, oggi accusati di tradimento per il flop della legge, Milei sta considerando adesso – da Roma – l’ipotesi di incorporare al loro posto esponenti del partito dell’ex presidente Mauricio Macri, il Pro, unificando anche i gruppi parlamentari dei due schieramenti. Il rimpasto è iniziato nella notte di venerdì con la richiesta di dimissioni del direttore della Previdenza sociale (Anses) e della segretaria per le Miniere, in quota ai dialoghisti, e tutto indica che i due saranno rimpiazzati con uomini di Macri. Non solo, il presidente ha dato il suo via libera per portare avanti anche l’unificazione dell’esiguo gruppo parlamentare de La Libertà Avanza – 38 seggi su 257 alla Camera e 7 su 72 al Senato – con quello del Pro. A riguardo, lo stesso Milei ha parlato oggi della necessità di un “riordinamento politico” e ha sottolineato di essere in piena sintonia e di avere “un dialogo frequente con Macri”.