ROMA. Il Viminale invierà degli ispettori – a quanto apprende l’ANSA – alla prefettura di Bari in seguito al caso – emerso dagli atti della Dda sul gruppo mafioso Parisi – di una funzionaria che si rivolse nel 2018 ad un indagato ritenuto vicino al clan, Gaetano Scolletta, per riavere l’auto che le era stata rubata. La vettura alla fine fu recuperata e la donna versò 700 euro per ottenerla.
Questo è soltanto l’ultimo dei risvolti dell’inchiesta che sta scuotendo Bari e il Consiglio comunale, che ha visto arrestare tra gli altri anche una consigliera comunale, Maria Carmen Lorusso, e che vede la sua base investigativa nell’ipotesi di voto di scambio alle amministrative del 2019. E’ stata inviata una commissione d’accesso al Comune di Bari per valutare l’eventuale infiltrazione mafiosa.
Il 26 febbraio scorso la Dda ha arrestato 130 persone legate ai clan e tra loro, oltre alla consigliera Lorusso, c’è anche suo Marito, ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, che per l’accusa sarebbe stato parte attiva negli accordi con i clan per l’elezione della moglie. E un anno e mezzo fa, nell’ottobre 2022, era stata arrestata un’altra consigliera di Bari, eletta nella lista Di Rella Sindaco (che aveva fatto eleggere anche Lorusso, salvo che quest’ultima due anni dopo le votazioni ha cambiato partito e si è avvicinata al centrosinistra), Francesca Ferri, che è a processo con il compagno Filippo Dentamaro e con un altro ex consigliere regionale, Nicola Canonico, sempre per presunto voto di scambio.