La doppia guerra s’intreccia sul tavolo del vertice straordinario dei leader Ue. Che avrebbero dovuto parlare prettamente di economia e competitività, ma le crisi incombono e pretendono il loro spazio. L’obiettivo numero uno è disinnescare la possibile escalation in Medio Oriente, condannando certamente il massiccio attacco dell’Iran contro Israele ma chiedendo al tempo stesso «moderazione» a entrambe le parti.
Il problema vero è che Volodymyr Zelensky non ha preso benissimo la dimostrazione di unità (e forza) degli alleati che hanno sostenuto lo Stato ebraico in modo molto pratico, abbattendo droni e missili iraniani: questo è quello che fanno «gli alleati, non sulla carta, ma nel cielo», ha tuonato. Allora perché non farlo anche in Ucraina? «I cieli europei avrebbero potuto ricevere lo stesso livello di protezione molto tempo fa se l’Ucraina avesse avuto un sostegno altrettanto completo dai suoi partner nell’intercettare droni e missili: il terrorismo deve essere sconfitto completamente e ovunque, non di più in alcuni luoghi e meno in altri», ha detto il presidente ucraino evocando «doppi standard».
Per approfondire:
Kiev, 35 attacchi in un giorno nella regione di Sumy: un ferito. Colpite 13 comunità, segnalate 218 esplosioni
Le forze russe hanno colpito 13 comunità nell’oblast di Sumy, nel nordest dell’Ucraina, in 35 attacchi separati nel corso della giornata del 16 aprile. Lo ha riferito l’amministrazione regionale, ripresa dai media ucraini, aggiungendo che una persona è rimasta ferita. Nelle ultime 24 ore, nella regione, sono state segnalate almeno 218 esplosioni.