BRUXELLES. Nell’impossibilità di rifornimenti via terra, l’Ue studia l’aiuto ai civili palestinesi via mare e via aria. Due operazioni distinte, ma tutte volte allo stesso obiettivo: raggiungere la popolazione di Gaza e dei territori palestinesi tagliata fuori dall’assistenza per le operazioni militari dell’esercito israeliano. Da una parte un’iniziativa più concreta, voluta da Cipro, su cui il Paese membro dell’Ue ragionava da tempo, per corridoi marittimi. Dall’altra la possibilità di paracadutare beni di prima necessità, tutto però in fase di definizione e oggetto di ragionamenti.
Il servizio dei portavoce dell’esecutivo comunitario fanno sapere che Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione, si recherà personalmente a Cipro giovedì e venerdì (7 e 8 marzo) per assistere all’avvio della speciale corsia preferenziale di aiuti. Larnaca è il porto designato per le operazioni e l’organizzazione dei convogli navali per Gaza, di cui a Bruxelles si auspica avvio e piena operatività «quanto prima». Da parte di von der Leyen c’è comunque la volontà di fornire assistenza, nei limiti delle possibilità, e nel rispetto delle necessità del caso.
Parallelamente a Bruxelles si studia il rifornimento aereo. «Guardiamo a come estendere i nostri strumenti di assistenza, ed in particolare lanci aerei», riconosce Balazs Ujvari, portavoce responsabile per le questioni di aiuti umanitari. Il problema è che «la quantità di aiuti sarebbe minore» rispetto al normale, e quindi si vuole trovare la formula più efficiente. Ad ogni modo «consideriamo molto attentamente questa possibilità», anche se il lancio di cibo e aiuti di altra natura via paracadute «resta l’ultima risorsa». Si guarda dunque a tutte le possibilità, con l’iniziativa cipriota che in tal senso appare come opzione privilegiata.
In entrambi i casi l’Ue potrebbe comunque contare sul contributo dell’Italia, a favore dell’opzione aerea. Il via libera della Camera alle missione Levante per la crisi in Medio Oriente, come precisato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, apre la possibilità di esplorare attività di cosidetti «air drop», vale a dire proprio la fornitura di aiuti umanitari dall’alto, via paracadute, nella striscia di gaza. Fermo restando che la stessa missione impegna il governo Meloni a promuovere l’iniziativa internazionale per la creazione di corridoi marittimi, proprio come suggerito da Cipro.
Questo impegno risponde a un obiettivo chiaro, ribadisce Eric Mamer, portavoce capo della Commissione europea: «Occorre distinguere tra i civili innocenti e Hamas», e sostenere chi non ha nulla a che fare con gli attacchi del 7 ottobre scorso. «La responsabilità dell’Ue è aiutare i palestinesi quanto più possibile», ribadisce. Non si critica Israele, ma a livello Ue più volte è arrivato l’invito a rispettare il diritto internazionale.