Allo scoccare del 30esimo minuto di domande da parte dei giornalisti, al generale Roberto Vannacci scende una goccia di sudore sulla fronte. E non è solo il caldo della saletta al -1 della piccola galleria milanese, zona Missori, dove presenta il suo libro “Il mondo al contrario”. I cronisti incalzano il militare dell’Esercito, sospeso dal servizio per 11 mesi, sul tema dell’antifascismo. Vannacci non vuole dichiararsi tale: “Il fascismo è stato un periodo storico finito 80 anni fa. Da militare ho giurato fedeltà alla Repubblica e questo basta”, dice. Ma qualcuno gli fa notare che la Repubblica italiana è fondata su una costituzione antifascista. Lui, però, per schivare la domanda chiede qua e là ai cronisti se conoscono a memoria la formula del giuramento militare.
L’argomento, comunque, non lo appassiona. Preferisce parlare del libro, ma le domande si concentrano in primis sulla sua possibile candidatura alle Europee, dopo che il segretario della Lega Matteo Salvini, oggi pomeriggio da Lecco, ha ribadito ancora una volta che lo vorrebbe nelle file del Carroccio: “So che è un argomento d’interesse ma mi piace essere il padrone del mio destino. Non ho ancora deciso se candidarmi. È una scelta mia e della mia famiglia che prenderò da solo, non con la stampa. Ma quando avrò deciso, lo dirò senza problemi”. L’incognita della candidatura, comunque, non riguarda solo un semplice sì o no, ma anche il partito con cui farlo, visto che il generale ha raccontato di aver ricevuto diverse offerte da altri partiti oltre alla Lega. “Quella sarà la seconda fase della decisione: una volta capito se voglio candidarmi, sceglierò con quale partito”. Sui tempi, “non me ne sono dati. Valuterò tutto e deciderò”.
Intanto, al piano di sopra, una trentina di fan lo attende. Ma lui non riuscirà a cominciare il suo talk sui temi del libro prima delle 19 (l’orario annunciato, da locandina, era le 18.30).
Altro tasto dolente: le inchieste giudiziarie: quella per istigazione all’odio razziale per i contenuti del suo libro, e quella per peculato per le spese rendicontate quando era in servizio per la Difesa a Mosca. “Sono notizie giornalistiche, aspetto le carte, ma sono questioni di servizio di cui non parlo”, spiega e dice di essere “sereno” e di non essersi mai sentito “un perseguitato. Non ho mai pensato a complotti di questa o quella lobby: quello che è successo è di fronte agli occhi di tutti. Io vado avanti per la mia strada e continuo a fare la mia vita”.
Quanto invece ai fatti di Pisa, Vannacci si schiera con la Polizia: “È chiaro che stia dalla loro parte, con chi tutela l’ordine pubblico. Il diritto della manifestazione è sacrosanto ma è soggetto delle regole e le forze dell’ordine sono lì per far rispettare le regole”, poi aggiunge: “Non credo che ci sia repressione del dissenso in Italia. Io non ho mai manifestato in vita mia ma ho fatto tante cose e non mi sono mai sentito represso”.