KIEV. Il 24 febbraio 2022 il mondo si è risvegliato con la notizia dei bombardamenti russi sulla capitale ucraina Kiev da parte dell’esercito russo di Vladimir Putin. A due anni di distanza dall’invasione l’Armata russa continua implacabile e continua la sua lenta avanzata, L’Ucraina minimizza ma uomini e munizioni iniziano a scarseggiare. Due anni che hanno cambiato il mondo e gli equilibri geopolitici internazionali.
24 FEBBRAIO 2022
Il 24 febbraio 2022, quando in Ucraina non è ancora l’alba, il presidente della Federazione Russa compare in tv e annuncia una «operazione militare speciale» in Ucraina, con lo scopo di «denazificarla». Pochi minuti dopo l’annuncio di Putin l’Ucraina si sveglia di soprassalto per le esplosioni a Kyiv, Kharkiv, Odesa, Dnipro, Donbass e in quasi tutte le grandi e medie città del Paese. Truppe russe sbarcano a Mariupol, a Sud, e entrano da Nord, verso Chernihiv, dove l’Ucraina incontra Russia e Bielorussia. A Est Kharkiv viene bersagliata da raid imponenti. Missili balistici e da crociera colpiscono aeroporti, infrastrutture militari ed energetiche, case, edifici civili. L’Ucraina, e il mondo, sono sotto choc per quella che da subito appare come un’invasione su larga scala.
24 FEBBRAIO 2022 – Bombardata Chuhuiv
L’immagine dell’insegnante Olena Kourilo, 54 anni, con il volto sanguinante dopo un bombardamento russo su Cuhuïv, 40 chilometri da Kharkiv, fa il giro del mondo. È la prima delle immagini-simbolo della guerra. Ed è anche la prima occasione in cui complottisti, propagandisti e filoputiniani esercitano l’arte della manipolazione, sostenendo – succederà altre decine di volte – che la fotografia fosse un falso. Un anno dopo, nel febbraio 2023, Olena, che come milioni di ucraini, si è rifugiata in Polonia, racconta quel giorno: «Un’esplosione mi ha svegliata alle 5 del mattino. Ho capito che era l’inizio della fine».
9 MARZO 2022- Mariupol
L’8 marzo 2022 diventa ormai chiaro anche ai più “scettici” che la brutalità dell’invasione si accanisce sui civili e non risparmia né case, né ospedali, né corridoi umanitari. Il fotografo dell’Ap Evgeniy Maloletka mostra al mondo le conseguenze del bombardamento russo sull’ospedale pediatrico di Mariupol. La sua fotografia, che ritrae una donna incinta trasportata su una barella (morirà da lì a poco, assieme al bambino), viene premiata come Foto dell’Anno 2023 dei World Press Photo. Di nuovo, la propaganda russa cerca di far passare la foto come falsa, in cui donne e medici sono attori e il sangue è finto. Evgeniy Maloletka, con Mstyslav Chernov e la produttrice Vasilisa Stepanenko, sono stati gli ultimi giornalisti internazionali rimasti durante l’assedio di Mariupol. Il loro documentario, 20 Days in Mariupol, è candidato agli Oscar.
3 APRIELE 2022 – Bucha
Quando le forze ucraine entrano a Bucha, il 1 aprile, l’orrore cui devono far fronte è indescrivibile. Nella città occupata dai russi e appena liberata vengono recuperati 458 corpi, tra cui 9 bambini. La maggior parte delle vittime (419) è stata uccisa con vari tipi di armi; l’Onu e Hrw documentano esecuzioni illegali e sommarie di civili, stupri, torture, mutilazioni. Nelle conversazioni intercettate, i soldati russi raccontano nei dettagli e con una freddezza agghiacciante la caccia alle persone, le torture e le esecuzioni, la zachistka (“pulizia”). L’Ucraina ha chiesto alla Corte penale internazionale di indagare su quanto accaduto a Bucha come parte della sua indagine in corso per una serie e crimini contro l’umanità. Con poca fantasia, ancora una volta la Russia ha negato qualsiasi responsabilità e ha accusato l’Ucraina di aver falsificato i filmati, “una rappresentazione scenica”. Le affermazioni sono state smentite da vari gruppi internazionali e una serie di prove raccolte sul campo.
8 APRILE 2022 – Kramatorsk
L’8 aprile 2022 un attacco missilistico colpisce la stazione ferroviaria di Kramatorsk, regione di Donetsk e uccide 63 civili (compresi 9 bambini). Nella stazione erano presenti tra 1.000 e 4.000 civili, soprattutto donne e bambini, in attesa di essere evacuati dalla regione, sottoposta ai pesanti bombardamenti. Michelle Bachelet , Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani , ha affermato che l’attacco «è emblematico del mancato rispetto del principio di distinzione, del divieto di attacchi indiscriminati e del principio di precauzione sanciti dal diritto internazionale umanitario».
8 LUGLIO 2023 – Zelensky e i comandanti di Azovstal
L’8 luglio 2023 Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy riporta a casa dalla Turchia cinque ex comandanti della guarnigione ucraina a Mariupol, un risultato altamente simbolico che secondo la Russia viola un accordo di scambio di prigionieri concordato con Ankara, che avrebbe dovuto custodire i prigionieri in Turchia. Ma la liberazione dei soldati ucraini che, dal 18 marzo al 20 maggio, si asserragliarono nell’impianto siderurgico Azovstal durante l’assedio di Mariupol, rimane ancora lontana. Sarebbero ancora 900 i combattenti del battaglione Azov prigionieri in Russia. E Mariupol continua ad essere occupata.
26 GENNAIO 2024 – Attacco a Donetsk
Il 21 gennaio la città di Donetsk viene colpita da un raid. I proiettili dell’artiglieria centrano in pieno un mercato, uccidendo almeno 27 civili. La Russia accusa l’Ucraina di aver lanciato l’attacco, L’Ucraina nega. Il bombardamento è stato il più sanguinoso dal 2014.
19 FEBBRAIO 2024 – Avdiivka
Avdiivka si aggiunge all’elenco delle città ucraine che non esistono più. Considerata uno degli insediamenti più fortificati dell’Ucraina e “porta” per la vicina città di Donetsk occupata, è stata rasa al suolo in quella che è considerata una delle battaglie più feroci della guerra. La cattura di Avdiivka è stata la più grande avanzata territoriale della Russia dalla presa di Bakhmut nel maggio 2023 ed è stata considerata un segno che le forze russe avevano preso l’iniziativa nella guerra dopo il fallimento della controffensiva estiva dell’Ucraina. Le forze di Kyiv ormai stremate, decimate e accerchiate, sono state costrette a ritirarsi il 17 febbraio scorso.