La Juventus ha un grande patrimonio da spendere: il tempo dettato dalla moderata certezza di giocare la prossima Champions. Nonostante la crisi i punti di vantaggio sul Bologna, quinta in classifica, sono ancora 9 con 13 partite ancora da giocare: è un margine che lascia sereni e consente di programmare il futuro. Servirebbe un suicidio per sabotare i piani, servirebbe quanto successo nelle ultime quattro giornate in cui la Juventus si è fatta rimontare dieci punti dal Bologna e sette dalla Roma: lei in crollo verticale, loro perfette. In questo caso, Allegri meriterebbe l’esonero per autodistruzione di una stagione dignitosamente costruita, quindi cancellerebbe il dilemma sulla sua conferma.
In caso contrario, comunque, Allegri merita di essere considerato come esonerabile dalla Juventus. Il motivo è che il mister bianconero quest’anno si è superato, quindi sarebbe un errore iniziare di nuovo con lui e aspettarsi di meglio. Offrirebbe le stesse cose e non sono quelle di cui la Juventus avrà bisogno da giugno in poi. Allegri è migliorato rispetto ai primi due anni del bis, quando la sua unica preoccupazione era proteggere se stesso e vincere qualcosa per dimostrare che Agnelli aveva sbagliato a mandarlo via. Quest’anno almeno ha dato omogeneità alla rosa, rivalutato alcuni calciatori che non avevano più alcun valore per la società come McKennie e lanciato i Cambiaso e gli Yildiz come titolari. Grazie a questo lavoro, la Juventus attuale vale di più di quella dell’anno scorso, infarcita di campioni al tramonto. Ma bisogna mettere il punto e andare a capo.
Il primo fattore a suggerire che l’addio a fine anno è la scelta migliore per la Juventus è appunto la rosa che, dopo anni di raschiamento del barile, finalmente offre talenti dal potenziale inespresso, malleabili. Non serve più un tecnico che lavora sui singoli come Allegri ma uno che lavora sulla squadra come moltiplicatore di potenza dei singoli come tutti i nomi accostati alla Juventus. Secondo fattore: la Juventus è ormai abituata a non vincere, quindi non ha bisogno di un uomo che promette successi. Il pubblico bianconero è maturo per un tecnico che arriva per costruire un’identità di gioco. Lo accetterebbe e sosterrebbe perché ha imparato a sue spese che non esiste cosa più importante del gioco e che la vittoria ne è una conseguenza, non una causa. Terzo fattore: la dirigenza, guidata da Giuntoli, è nuova e non ha ancora scelto l’allenatore che la rappresenta. Allegri è stato ereditato da Agnelli e non si poteva esonerare perché mancavano due anni alla fine di un contratto fuori scala, assurdo per cifre e durata e troppo oneroso per un club chiamato ad un taglio dei costi. Un anno a libro paga è invece sopportabile. E poi, quarto fattore, non sarebbe il caso iniziare la prossima stagione con Allegri in scadenza. Dovresti rinnovarlo, ma merita il rinnovo per quanto visto in questi tre anni? La risposta sembra scontata ma, nel dubbio, la Juventus ha tre mesi di tempo per non sbagliarla.